Seguici nelle nostre pagine social per contenuti esclusivi.
Blog & News

ADA: THE COCKTAIL QUEEN

ADA: THE COCKTAIL QUEEN

“Coley, sono stanco, preparami qualcosa di saporito e che mi dia un po di carica!”

Pronunciata dall'attore Charles Hawtrey, questa richiesta fu fatta all'allora head-bartender del Savoy Ada Coleman, da cui poi nacque il famosissimo Hanky Panky.

Ma chi è Ada Coleman? “Coley”, così erano soliti chiamarla i suoi clienti più affezionati, era una donna di umili origini; poche notizie certe sulla sua provenienza, nata probabilmente nel 1875, quello che sappiamo del passato di questa incredibile donna è che era figlia di uno steward al London Golf Club, ed è proprio questo posto che farà le sue fortune. Infatti è qui che inizio a lavorare e servire, avendo modo così di farsi apprezzare e conoscere da molti facoltosi soci del club, stringendo un solido rapporto in particolare con uno di loro: Rupert D'Oly.

Giovane e importante uomo d'affari, all'età di 27 anni Rupert prese il posto del padre Richard alla guida del Savoy Group, un'importante gruppo imprenditoriale che comprendeva molti tra i più lussuosi e importanti bar ed alberghi di Londra, tra cui il Savoy Hotel ed il Claridge's, oltre a possedere molti teatri e addirittura una compagnia d'opera. Alla morte del padre di Ada, la famiglia Coleman si trovò in gravi difficoltà economiche, ed è a quel punto che Rupert D'Oly offrì ad Ada prima un lavoro in un negozio di fiori, assumendola poi in seguito al Bar del Claridge's Hotel, nel 1899, all'età di 24 anni.

In quell'epoca, Ada era al limite dell'età per gli standard lavorativi femminili, poiché la legge impediva a molti bar e pub di assumere ragazze oltre i 25 anni. Nonostante questo, secondo uno studio pubblicato nel 1905 a Londra, poco meno della metà di tutti i bartender erano donne, le Barmaids, che molto spesso erano figlie di commercianti o di meccanici, oppure ragazze benestanti lanciate nel mondo del lavoro per crearsi un proprio reddito. Molte sceglievano questo lavoro, nonostante le lunghe ore e i sacrifici che comportava, poiché era visto come potenzialmente più redditizio e meno monotono rispetto ad altre professioni. Ma anche se la richiesta di lavoro da parte di donne in questo mondo erano alte, molte erano le proteste e le campagne contro le Barlady e le donne nel mondo dei locali, poiché veniva visto come sconveniente e immorale vedere una donna lavorare in quell'ambito.

Tornando a Coley, in un'intervista con il London Express fatta anni dopo, ricordò che il suo primo cocktail fu un Manhattan, istruita dall'allora Maitre-Sommelier del Claridge's, Fisher. Per Ada fu subito amore, e con la sua passione e il suo carattere esuberante e alla mano, nel 1903 fu promossa a Head-Bartender dell'Hotel Savoy. Anche se molti credono che fu la prima e unica barmaid a capo di un'importante bar come quello del Savoy, in realtà il locale dal 1902 aveva un'altra grandissima donna che si occupava della gestione, una certa Ruth Burgess, meglio conosciuta come “Miss B” o “Kitty”, anch'essa molto amata dai suoi clienti, ma che ebbe meno fama della più fortunata Ada.Queste due donne ebbero la fortuna di ospitare al loro banco personaggi celebri del calibro di Mark Twain, Charlie Chaplin, Marlene Dietrich, e ovviamente anche molti personaggi illustri della famiglia reale.

Oltre all'importante mansione che svolgeva per il Savoy, la signorina Coleman affiancò una vera e propria passione per il mondo del teatro, sviluppata anche grazie al passaggio di molti celebri attori come suoi clienti. Dobbiamo proprio ad uno di questi clienti l'ispirazione di uno dei cocktail che ormai è passato alla storia della miscelazione. Sir Charles Hawtrey, attore del teatro vittoriano ed edwardiano, divento uno degli amici più stretti di Coley;

è in un intervista del 1925 al The People che Ada parla proprio di Charles, definendolo come uno dei migliori assaggiatori di cocktail che abbia mai conosciuto. Raccontò che alcuni anni prima l'attore ebbe un periodo in cui era davvero molto indaffarato, e prese l'abitudine di andare al bar e dirle: “Coley, sono stanco, dammi qualcosa che mi dia un po' di carica”. Allora la Barlady, accettando la sfida, iniziò a sperimentare varie ricette, trascorrendo ore e ore per trovare quello che lo avrebbe finalmente soddisfatto.

Così, a ricetta ultimata, propose a Sir Charles un nuovo cocktail, il quale lo assaggiò, e dopo averlo finito esclamò:”By Jove! This is the real Hanky-Panky!” (Per Giove, questo è un vero Hanky Panky!), dove anky Panky stava per “Imbroglio” oppure “Effusione Sessuale”, esclamazione data probabilmente dalla carica alcolica che il cocktail ti dava solo dopo averlo finito. E così quello fu il nome che venne “affibiato” a quel cocktail, entrato di diritto nella storia.

Questo Drink è attualmente ancora in carta al Savoy, e fu l'unico Drink inserito da Harry Craddok nel libro “The Savoy Cocktail Book”. Craddock lavorò per 5 anni mentre Ada era ancora Head Bartender, e molti dicono che all'americano non andava giù che una donna fosse un grado sopra di lui e che lo comandasse, e che quindi i rapporti tra i due non erano del tutto idilliaci.

Forse anche questo portò la donna ad abbandonare il Savoy, nel dicembre del 1925, dopo un periodo di ristrutturazione del locale. Alcuni storici affermano che abbia continuato a lavorare nel negozio di fiori dell'hotel, tuttavia, nel 2016, l'archivista del Savoy, Susan Scott, afferma di non aver trovato prove di questo.

Probabilmente Coleman ha lavorato per un periodo di tempo, part-time, gestendo il personale del guardaroba delle signore presso l'hotel Berkeley.

Piuttosto che proporre la solita ricetta dell'Hanky Panky, che ormai tutti conoscono a memoria, voglio qui proporre una ricetta molto meno conosciuta della Barlady, che ha avuto sicuramente meno fama rispetto al primo:

Eddie Brown Cocktail

  • 1 3⁄4 oz Gin
  • 3⁄4 oz Lillet Blanc
  • 2 Dash Apricot
  • Brandy
  • Tecnica: Shake & Strain
  • Bicchiere: Coppetta o Nora Glass
  • con la collaborazione di Salvatore Tizzano